I partigiani sovietici nella Resistenza italiana
- Autore/i.................: Eccli Massimo; Teti Sandro
- EAN.........................: 9788831492508
- Editore....................: Sandro Teti Editore
- Collana...................: Historos
- Pagine.....................: 216
18,00 €
Tasse incluse
Tra il 1943 e il 1945 oltre 5.000 cittadini sovietici si batterono a fianco dei partigiani italiani per liberare il nostro Paese dal giogo nazifascista. Nella prima parte Sandro Teti inquadra il periodo storico in cui si verificarono gli eventi, mentre Massimo Eccli fornisce un elenco, per gran parte inedito, di nomi di partigiani che si batterono insieme ai nostri connazionali, frutto di approfondite ricerche negli archivi sovietici, italiani, tedeschi e statunitensi. I primi sovietici a unirsi alla Resistenza furono quelli fatti prigionieri in Russia nel 1941-1943 dall'esercito di Mussolini e internati in Italia. Questi, dopo l'8 settembre, fuggirono e si unirono ai nostri partigiani. Gli altri, che a partire dal 1944 furono inviati dai nazisti nel nostro paese per combattere i partigiani, disertarono invece dalle "legioni" collaborazioniste in cui molti di loro erano stati arruolati a forza. I sovietici combatterono nel Centro-Nord ed ebbero un alto numero di caduti, oltre 500. Il più celebre è Fëdor Poletaev, insignito delle più alte onorificenze italiana e sovietica: la medaglia d'oro al valor militare e la stella d'oro di Eroe dell'Urss. Oltre ai russi, combatterono, tra gli altri, molti ucraini, bielorussi, azerbaigiani, georgiani, armeni, kazaki, uzbechi, moldavi e tartari. Molti riposano nei sacrari della Resistenza a Genova e Torino, nel cimitero monumentale di Milano, nella Certosa di Bologna. Ad altri è toccato di essere sepolti accanto ai loro nemici, nei cimiteri tedeschi in Italia. Il lungo lavoro di ricerca svolto da Eccli negli archivi non solo italiani e russi, ma anche tedeschi e statunitensi, ha consentito di identificare questi militi ignoti le cui tombe recano ora finalmente un nome e un cognome. In molti casi è stato possibile anche rintracciare figli e nipoti che hanno potuto così conoscere la sorte dei loro cari.
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