Il puparo della cattedrale. Turisti per caso

Io ci dissi sempre, impara l'atte poi nonno ti lascia a bottega. Solo tu ci credi, quale arte è? Quattro marionette, si muovono quando ti senti bene e muovi i fili. Io vado al call center, pallo con i pissone e sono contento, la sera chiudo, non ho pensieri, ho venduto non ho venduto; tu,tutto i giorno qui, passano mesi, non vendi niente. Solo tu ci credi, neanche nonna ti segue più. Gotidi sta pensione nonno; aria, sta muffa... nonno è finito il mondo di Orlando ed Angelica, ora e marionette sono nella realtà... io mi sento male mi ci sale u sconfotto. Anna, anna... non capite niente che generazione, atte, paladini. I turisti per caso, diretti ad Efeso vennero dirottati a Palermo, causa: guasti al motore della nave. Accaldati entrano nella bottega del puparo, attaccata alla cattedrale; dalla trave centrale pendeva un pupo dal vestito in velluto ed armatura scintillante, spigoloso in volto, tinto scuro. Voglio quello, disse subito lei, togliendosi il cappellino quello scuro, indicò. Ma! Quello è il moro, unico è disposta signorina a pagare? Che modi, se non vedo, come faccio a dire mi piace. No scusasse io lo dico è fatto a mano tutto, mio patri bonanima ci fici il votto, poi cette votte uno sente, non sfilo, scusasse