Finisterre
- Autore/i.................: Meschiari Matteo
- Anno Edizione......: 2019
- EAN.........................: 9788893800426
- Editore....................: Aragno
- Collana...................: Domani
- Pagine.....................: 130
15,00 €
Tasse incluse
Un soggetto senza nome e senza corpo, «cieco. Ma con le dita della mente nei recessi d'erba» assiste a ogni origine sulla Terra, uno che è tutti: prende così avvio Finisterre di Matteo Meschiari. Poemetto che affonda radici in una oralità della composizione ma subito si fa scrittura con una sua impronta, mirando apertamente a rovesciare «la geologia in atmosfera l'atmosfera / in forme primitive di terra e la terra in idee/che potevano essere o non essere - ma erano l'adesso». Scrittura composita, che si mimetizza in più voci ed identità, attraversando, tra antropologia, «artico nero» e distopia, tutte le ossessioni dell'autore, legate insieme da una volontà civile. Ed è proprio sull'adesso e l'urgenza del riscaldamento globale, della (possibile) fine della specie umana - di cui ormai siamo a scrivere in modi anche solo pochi anni fa inimmaginabili - che sosta e si chiude un progetto proprio rispetto alla poesia italiana che si fa oggi. Ragionare, finché dura, sull'Antropocene è il compito che Meschiari si è prefisso in opera, e che pratica anche qui, un «pensare attraverso la terra», con l'augurio «che il terreno sia complessità della mente», e che davvero si possa «dire il non detto di ghiaccio», dove il ghiaccio è rovescio del fuoco del clima, ustione mortale. (E certo, la prossima volta il fuoco). Ma intanto, e finché sarà possibile, l'invito di questa poesia è all'incessante movimento, mutamento: «camminare la scogliera/di ciò che accade piuttosto che la scacchiera di ciò che è». Con un corollario, forse involontario: che il bellissimo pianeta mondo viene visto, come direbbe Oliver Sacks, da un animale senziente, e forse ancora più che visto percepito, come nella propriocezione, come se fossimo uno-con: «La manta - la prima la sola - era ciò che si cerca / la sua idea era l'ombra sui coralli / il lato in ombra dei coralli il mio sapere la manta / la manta me stesso - quando immergo pensieri nel mare / e percorro le forme nel corpo dei fondali». Laura Pugno
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