Da una parte il miele dall'altra la cera
- Autore/i.................: Buoro Sandro
- Anno Edizione......: 2022
- EAN.........................: 9788898480807
- Editore....................: Latorre
- Pagine.....................: 253
25,00 €
Tasse incluse
Come diceva Pasolini, "La più grande attrazione di ognuno di noi / è verso il Passato, perché è l'unica cosa / che noi conosciamo ed amiamo veramente." C'è tanto passato in questo diario, ma c'è anche il presente vissuto con carattere costantemente polemico. Perché con questo presente, per citare ancora Pasolini, come si può non essere polemici? È quello stesso passato che di per sé è critica nei confronti del presente. Ne risultano, qui dentro, due musiche diverse. Il "largo" della contemplazione e del ricordo e il "mosso agitato" della polemica e della critica si alternano per formare l'ossatura tonale della raccolta. Ecco un esempio di come l'andamento lento dell'anapesto può guidare lo sguardo: "La stagione che il mondo foglia e fiora, la vertù che 'ntorno i fiori apre et rinove non è semplicemente croco che spinge la polvere, bocciolo carnoso di narciso che gonfia dal suo tubero ricco, tulipano che chiude la corolla a sera dopo averla impregnata di sole e aria oppure giacinto che spunta lento e mostra il fiore a grappolo un po' alla volta fino a ubriacare del suo odore...". Altrove la lingua corre: "di questa città in mano a cinesi, neri, magrebini, rumeni, slavi, centri commerciali e supermercati... e il peggio non sono loro in questo luogo 'fortunato' posto al centro del triangolo industriale d'Italia, l'ombelico della 'settima potenza industriale' del mondo... balle balle balle e parole parole parole berciate da cattivi amministratori, da imbonitori di popolo bue, da novelli Nerone con la cetra in mano a cantare la rovina della città e la scomparsa della Provincia da qualunque classifica civile." E così, rapportandosi una all'altra e scontrandosi anche e amoreggiando, le due essenze verbali alla fine si fondono in una voce originale, toccando la vetta: "Bastava un fruscio di canne per sognare alzando lo sguardo sulle scure macchie dove cinghiali e forse draghi di notte ritornavano nei campi, ai botri d'acque rifugi perduti che la famiglia aveva bruciato e reso terra buona per vivere. In qualche luogo del nostro passato c'era una grande famiglia da dove tutti siamo partiti per solcare mari e terre del mondo e là ritornare un giorno col sogno a cerchio seduti canteremo di strade, paesi uniti, felici del viaggio che mette pace in cuore."
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