Il ragionevole giuridico nella storia
- Autore/i.................: Diurni Giovanni
- Anno Edizione......: 2008
- EAN.........................: 9788834884515
- Editore....................: Giappichelli
- Pagine.....................: XII-312
28,00 €
Tasse incluse
«Le lezioni, qui raccolte, del corso di Diritto Comune (aa. 2007/2008) sono integrate da saggi, ove sono analizzati alcuni aspetti dell'esperienza giuridica dall'alto medioevo fino alla vigilia della codificazione, inaugurata dal Code civil del 1804. Il più ampio orizzonte consentirà così agli studenti di percepire la ricchezza e l'attualità di esperienze giuridiche, pur se concluse. Si inizia, pertanto, dal fenomeno della coesistenza di regimi normativi instauratisi in Italia fin dal primo medioevo, ove nell'Italia superiore si afferma e si consolida il Regnum langobardorum, che si dota con Rotari di una propria legislazione scritta, esaminata nei saggi La sistematica del processo longobardo [pp. 93-135] e Il processo nell'Editto di Rotari [pp. 137-175]. Gli interventi legislativi e le necessità concrete di regole più appropriate e coerenti a situazioni ed ambienti in continuo adattamento nel corso dei secoli danno spazio alla consuetudine, ben al di là del suo radicamento tramite le consuetudines locorum, divenendo principale fonte di diritto proprio negli ordinamenti giuridici territoriali. Nell'ambito del regnum Italiae matura un'esperienza che, nel corso dell'XI sec., diverrà di tipo professionale e specialistico nell'attività giurisprudenziale legata al Palatium pavese, ove operano presso la curia e il Tribunale regio iudices e causidici. Costoro non si limitano ad utilizzare compilazioni di carattere privato delle leggi longobardo-franche (leges et capitularia), prima organizzate cronologicamente, nella versione denominata Liber papiensis, e successivamente con impianto sistematico, realizzatosi nei testi della (Lex) Lombarda, ma acquisiscono un metodo, che si coniuga con l'impiego appropriato, diretto e letterale delle impoverite e circolanti fonti giustinianee, nel frattempo arricchitesi di molti dei testi mancanti, soprattutto riferiti al Codice, compresi alcuni frammenti del Digestum vetus. Persino i giuristi più attenti all'interpretazione pedissequa dei testi longobardo-franchi, indicati genericamente come antiqui iudices, impiegano i testi della lex romana con valore integrativo e suppletivo, considerandola generalis omnium...» (Dalla Premessa)
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