Bordo piscina

Estate, notte, una villa sulle colline livornesi. Il corpo di un uomo galleggia nell'acqua della piscina; a pochi metri, sul prato, il giovane giardiniere della casa è svenuto in una pozza di sangue. La polizia è appena arrivata sul posto; il ragazzo viene caricato su un'ambulanza mentre il cadavere - è il proprietario della villa, un facoltoso faccendiere e immobiliarista romano - viene trascinato sul bordo della piscina. È stato ucciso con un colpo sparato da una pistola che risulta sua. Nella casa tre donne angosciate - la moglie e le giovani figlie del padrone di casa -, due domestiche, la governante, il custode. Le prime indagini sommarie fanno pensare a una colluttazione tra l'uomo e il giardiniere. La vittima ha minacciato il ragazzo che stava nuotando nella piscina e ha sparato, ma il giovane è riuscito a disarmarlo sparando a sua volta e uccidendolo. Potrebbe trattarsi di legittima difesa. Ci sono due testimoni, la figlia più grande e la governante che al processo deporranno a favore del ragazzo. Dieci anni dopo, il ragazzo e la donna, ormai adulti, si rincontrano casualmente in un altro luogo e ripercorrono quanto è successo quella notte, sciogliendo i molti segreti taciuti che, tanti anni prima, hanno sconvolto le loro vite.